Fondi per la salute mentale, attiviamoci per l’autismo

23 Lug 2022

La Regione ha stanziato nuovi fondi per la salute mentale, occorre attivarsi per l'autismo e migliorare la vita dei famigliari

C’è una buona notizia, leggo che la Regione ha stanziato 5,7 milioni di euro per il Piano attuativo per la Salute Mentale. Occorre però fare molto di più per l’autismo, specie dopo un periodo che non ha certo brillato sotto questo aspetto.
Già ben prima della mia candidatura al Consiglio comunale ho incontrato alcuni assistenti e genitori di bambini autistici. Sono sincero, come padre di due figli non ho capito come fanno i genitori di bambini autistici a tirare avanti. La loro è una forza psicologica molto particolare, si battono ogni giorno contro un nemico che non possono vincere. Però lo fanno con forza e decisione e, nel loro piccolo, vincono. Vincono quando un ragazzino di 12 anni riesce per la prima volta ad allacciarsi le scarpe. Vincono ogni volta che un adolescente li guarda in faccia e dice una parola nuova oppure prova ad assistere il genitore in qualche semplice lavoro di casa.
Il risultato è sempre lo stesso, lacrime di commozione, vere, forti, profonde e sincere.

Come fanno a vivere ogni giorno? Come si può migliorare la loro qualità di vita?
Qui vengono i dolori perché il problema è molto più ampio di quanto si possa immaginare.

Manca un protocollo vero e proprio, forse perché i casi sono tutti diversi fra loro anche se un “canovaccio” per le famiglie potrebbe essere d’aiuto.
La Regione mette a disposizione quattro ore di insegnante di sostegno ogni settimana. Troppo poco, servirebbero forse quaranta ore perché non bisogna dimenticare che stiamo parlando di persone, bambini e adolescenti che hanno vera necessità di continua assistenza in ogni minima azione. Il rischio è che la persona affetta da autismo si rinchiuda sempre più in sé stessa e gli eventuali miglioramenti vanno a farsi benedire.

A scuola le cose non vanno meglio, gli insegnanti di sostegno sono giovani magari volenterosi ma non sono specializzati. Qui inizia la discesa che porta verso il baratro perché un bambino autistico ha bisogno e necessità di instaurare un rapporto importante con il proprio insegnante o con l’assistente. In caso contrario si ottiene la chiusura verso il mondo esterno, niente miglioramenti anzi potrebbe arrivare qualche peggioramento dell’umore e del comportamento.

Va a finire che le famiglie devono intervenire con le proprie risorse e anche in questo caso si creano problemi perché non è sempre possibile avere continuità nel rapporto. Non tutte le famiglie possono permettersi spese così ingenti.

Il risultato finale, specie a scuola, è un altissimo rischio di emarginazione. Non solo emarginazione sociale ma anche mentale, proprio quella che bisognerebbe evitare con chi è affetto da autismo.
Per chi volesse conoscere una storia vera e anche un po’ “pazza” consiglio di leggere “Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas, in cui un genitore affronta un coast to coast americano in sella alla moto con il figlio autistico.
Sono contento dello stanziamento di fondi, questa mia piccola testimonianza vuole solo dire che non è finita e che per quanto mi è possibile continuerò ad affrontare il problema cercando di trovare nuove soluzioni.

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